Salento ti ricordo cà nisciun è fess. Allarme turismo, il video esclusivo.
- Redazione
- 2 ago 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Soffrono B&B e case vacanza, ma Villaggi e resort di lusso reggono la crisi, ad annunciarlo è stato il presidente provinciale di Federalberghi "Mimmo De Santis".

Non sono passate inosservate le fotografie ed i video postati da tanti utenti sui social ad immortalare una Gallipoli deserta e proprietari di attività ristorative a "braccia conserte".
Non sono passate inosservate le fotografie ed i video postati da tanti utenti sui social ad immortalare una Gallipoli deserta e proprietari di attività ristorative a "braccia conserte".
“Il malcontento è diffuso, non solo tra gli operatori del settore alberghiero – afferma De Santis – anche i ristoratori, i commercianti e persino i gestori di stazioni di servizio hanno registrato un calo di almeno il 20% nella vendita di carburanti durante il mese di luglio”. Nel complesso, conferma l'imprenditore idrutino, il litorale adriatico sembra reggere meglio il colpo rispetto a quello ionico, con in testa Gallipoli. La motivazione è da ricercare probabilmente nella fascia di clientela diversa: “A soffrire maggiormente il calo di presenze sono le case vacanza, i B&B e tutta quella fascia di offerta turistica per gran parte “sommersa” che sfugge ai canali ufficiali, non è censita dalle associazioni di categoria e raccoglie la clientela principalmente on-line”. Una fascia di turismo, dunque, medio-bassa: i giovani che fino all'anno scorso affollavano spiagge e strade di Gallipoli e che per l'estate 2018 hanno scelto altri lidi e altri divertimenti. “Probabilmente anche la chiusura del Parco Gondar, le limitazioni alle feste in spiaggia del Samsara, ma anche i sigilli al Dolce Riva di Otranto hanno pesato nelle scelte dei vacanzieri” aggiunge De Santis.
“Il settore “family”, costituito da villaggi vacanze e grandi alberghi, è quello che soffre di meno – rileva il presidente di Federalberghi – il calo di presenze, a sentire gli operatori, si attesta per luglio intorno al 10%”. Stessa sensazione per la fascia extralusso: resort e masserie a cinque stelle continuano a mantenere livelli di clientela in linea con gli anni passati: “Segno che il Salento come destinazione turistica è ancora in voga, ma chi viene qui cerca servizi adeguati alle spese”.
Lecce, invece, sembra immune dalla crisi: “Le strutture hanno un numero di ospiti che non si discosta di molto da quello degli anni precedenti – spiega De Santis – perchè, in quanto città d'arte, attira un turismo diverso e, quello interessato al mare, sceglie in minima parte di alloggiare nel capoluogo”.
Fonte Intervista: Lecceprima
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